giovedì 23 giugno 2011

Rosa come il grembiulino dell’asilo

La città in cui sono nata e cresciuta ha dedicato l’ultimo fine settimana alle donne.

Urca. Ci vado.

Canti, esercizi ginnici, scuole di danza, corsi di ginnastica e offerte di benessere.
Ma anche bancarelle che invitano a spendere soldi in articoli confezionati con le manine sante da hobbyste che si sono divertite con pasta di sale, legno, carta, plastica, gomma, lana, cotone e ogni materiale trattabile.

Una visione della donna che sta tra il ventennio fascista e gli anni '50, temperata dall’educazione delle suore.

Esercizio fisico e attività manuali. E tanti giochi coi bambini e gli altri genitori.

Se con quello che impariamo all'asilo abbiamo sviluppato i talenti e possiamo passare alla prole, perché spendere tante energie nel frattempo?

Ah… ho goduto comunque della manifestazione perché sono cedevole al basso istinto dello shopping.

mercoledì 22 giugno 2011

La poesia della maturità

Forse gli esaminandi non avranno gradito, li capisco, erano trivellati dalle preoccupazioni, e del resto questa poesia parla a una età tanto lontana dai loro guizzi.

Ma oggi il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ha dispensato bellezza.

Alleluja.

Grazie.

Eccola. Silenzio.







"A casa mia, in Egitto, dopo cena, recitato il rosario, mia madre
ci parlava di questi posti.
La mia infanzia ne fu tutta meravigliata.
La città ha un traffico timorato e fanatico.
In queste mura non ci si sta che di passaggio.
Qui la meta è partire.
Mi sono seduto al fresco sulla porta dell’osteria con della gente


che mi parla di California come d’un suo podere.
Mi scopro con terrore nei connotati di queste persone.
Ora lo sento scorrere caldo nelle mie vene, il sangue dei miei morti.
Ho preso anch’io una zappa.
Nelle cosce fumanti della terra mi scopro a ridere.
Addio desideri, nostalgie.
So di passato e d’avvenire quanto un uomo può saperne.
Conosco ormai il mio destino, e la mia origine.
Non mi rimane che rassegnarmi a morire.
Alleverò dunque tranquillamente una prole.
Quando un appetito maligno mi spingeva negli amori mortali, lodavo
la vita.
Ora che considero, anch’io, l’amore come una garanzia della specie,
ho in vista la morte."