giovedì 22 marzo 2012

Tecnicamente, va meglio

Sto bene così, con la coscienza critica dondolante su un'amaca che si regge tra Monti e Passera, che si disseta all'amaro calice di Fornero, osservando placidamente le mosse sicure di donne dal valore innegabile e dal passato inequivoco come Cancellieri e Severino. Sto tranquilla, non c'è bisogno di chiudere occhi e orecchi se Terzi o Di Paola vanno all'estero.
Lo so è sbagliato, bisogna stare sempre accesi e vigili, ma c'era bisogno di una pausa, di qualcuno di cui fidarsi. Di qualcuno che quantomeno sia focalizzato su quello che sta facendo.
"L'idea che terminato questo mandato si torni alla politica, mi è insopportabile" (cit. Corrado Augias). Sono d'accordo, Sir Augias, godiamoci l'intervallo, almeno per un po'.

Rock on

C'è un rocker nell'Emilia che è la mia cura di bellezza. Quando voglio fare il migliore dei sorrisi, quando voglio gli occhi più luminosi, mi faccio venire in mente le nostre risate a scoppio, oppure ripenso a quando lui suona e io ballo, e a quando giochiamo tra le piazze e i portici.

Quando mi trovo in una situazione da fastidiosa a molto difficile, penso che lui crede davvero che io sia speciale e che posso superare ogni cosa, e la sua certezza è la mia.
Così mi aiuta ad alzare sempre la testa.

La prima volta che l'ho visto, mi ha detto il suo nome e mi stava già divertendo. Poi abbiamo deciso che era tempo di buttarsi in un viaggio dei sogni che non avevamo mai fatto prima, ognuno il suo ovviamente, separatamente.
Non ci si è visti per un po', ma senza perdersi, e ho lasciato che mi cercasse, tanto a lui non van date spiegazioni, perchè lui è nervi, grinta e libertà.

Quando ci siamo rivisti, abbiamo anche passeggiato a notte fonda in un presepe che sembrava un cimitero di morti viventi.
Oggi per esempio mi ha chiamata, e le colleghe mi han detto che i capelli mi donano veramente in modo particolare, e che ho una bella pelle.

mercoledì 21 marzo 2012

Semplici parole di Guerra

Buon riposo al tuo corpo, Tonino Guerra.
Una vita eterna, la tua, perché hai prodotto tanta bellezza da colmare un'infinità di giorni, prima e dopo le "Storie dell'anno Mille".
Di tutte le tue arti, io preferisco quella di creare con le parole.
Quelle poche, ma buone.
Degli avvisi, dei messaggi al Sindaco, dei pizzini alla moglie, delle scritte sui totem.

lunedì 12 marzo 2012

Il pelo della maturità

Puntuale e solitario, mi è spuntato il pelo della maturità. Mia nonna, mia mamma, e io, a una certa età, abbiamo guadagnato un pelo sotto il mento, da estirpare fino alla fine dei giorni con cadenza regolare.

Quando è comparso sotto il viso ovale e tenace di mia nonna, lei lavorava in fabbrica da una ventina d’anni, forse aveva già cambiato due case, col marito e la figlia, e aveva già accudito e seppellito diversi familiari. Aveva corso in bicicletta e a piedi al rumore delle bombe, e si era già giocata parte della vista e delle articolazioni delle dita. Il tutto senza farsi mancare la grinta né il sorriso. Non sapeva cosa voleva dire camminare con indosso un paio di pantaloni, anche se in casa li portava da sempre, e secondo me non aveva ancora visto i giorni migliori della sua vita, quelli al mare in Liguria.

Quello di mia mamma è sottile e discreto, come lei. Quando è apparso, lei era come sempre incurante della propria bellezza, aveva viaggiato per l’Europa e l’Egitto, e istruito certamente più di ottanta bambini. Aveva una eleganza innata che certe principesse non si sognano neppure. I suoi figli avevano già imparato a nuotare, a leggere, scrivere, contare, quasi sciare, e a darsele di santa ragione. Per loro, e anche per i figli degli altri, non smetteva mai di inventare giochi nuovi che facessero sorgere qualche interesse o curiosità. Era una donna indipendente, nel senso che aveva imparato subito a fare a meno di un marito. Non di uno qualunque, del suo.

Io sono andata a scuola con gli indiani, ho stappato la mia prima birra coi cowboys, ho portato la fascia tricolore con la stessa gravità di un settantenne, ho sulle spalle un pesante titolo di studio, un mutuo, diversi lavori nei quali ho dato pezzi di anima, due tentativi di convivenza, quattro traslochi di cui due in nave, non smetto mai di studiare e di andare ballare, e ho ancora le radici in un bicchiere d’acqua. E gli stivaletti con le borchie.

Tre generazioni diversissime, lo stesso caparbio pelazzo. L’importante, nei confronti del pelo, e della vita, è non perdere l’ostinazione.

venerdì 2 marzo 2012

Solo Se

Se sei pronto a volare tra le varianti a tutte le velocità.
A sopportare l'agro della verità, e a riconoscere le bugie.
A non chiedere un senso al passato. A fidarti del futuro.
Ad abituarti ai tacchi a spillo sbucciati. Alle ginocchia sbucciate.
All'odore di smalto, e di incenso.
Agli errori.
Agli opposti.
Al silenzio del bianco.
Al rosso.
Se corri solo per l'aria sulla faccia.
Se hai davvero il desiderio di conoscere quello che non vedi.
Se ti piace prendere una mano tanto quanto lasciarla andare.
Chiudere gli occhi e vedere la luce dorata.
Spendere i soldi come le energie.
Fare domande. Rispondere anche a notte fonda. Setacciare le parole.
Confonderti con la musica.
Se credi che abbia un senso esplorare tutti i significati di una risata. E del pianto.
Se preferisci lasciare al mare quello che è del mare. Alla Terra quello che è della Terra. E guardare in su.
Sì che potrei, con tutta la mia forza contro la tua, spingerci verso più di mille luminose mete.