giovedì 3 gennaio 2013

Gallina in umido

Dopo un duemiladodici segnato dalle diverse sfumature dello sfinimento, dopo aver disertato il Capodanno finendo già dalle dieci di sera a far da ripieno alle lenzuola, mi lascio tentare da una giornata alle terme con un'amica. In uno dei posti più suggestivi dei nostri monti. Se è vero che lì ci si rilassa, non c'è altro che possa fare, penso.

Già all'ingresso, mi rendo conto che c'è tanta, tanta gente che necessita di un rilassamento.
Superato il trauma di una prova costume seguente i panettoni,i  prosecchi, i capponi, i salumi, le tartine, i salmoni, i ravioli, i torroni, ci immettiamo nel girone dei termandi in accappatoio bianco e ciabatte, tutte uguali, tutti uguali. Passerò la giornata a cercare asciugamani, accappatoi e ciabatte col mio numero.

E poi vasche, getti, vapori, odori non sempre gradevoli, inservienti gentilissimi, per lo più maschi, per lo più somiglianti alle statue del Canova. Guardo la mia amica, mi viene persino il dubbio che questi ambienti strizzino parecchio l'occhio a quelle come noi.

Tante persone, almeno tante quante quelle che circolano sulle banchine dei metrò alle otto di mattina, sperimentano ogni temperatura che un ambiente umido può offrire. Sono quasi tutte in coppia. Assisto a pratiche di effusioni in ammollo. A due a due avvinghiati nella posizione a cucchiaio nelle piscine, nelle vasche, sotto le cascate, dormienti sulle brande delle aree relax. Tant'è che ho anche imbarazzo scioccante, allorché nella vasca sensoriale, sollevo gli occhietti sopra la bruma colorata, e mi accorgo di essere circondata da gente oltre il limite del sesso in pubblico.

Disperato, ad un certo punto mi si installa a fianco addirittura un palestrato marpione da terme. Terribile.

Cercando di dimenticare che ho freddo e avverto disagio perché indosso panni umidi da più di sei ore, mi rifugio in una specie di uovo bianco sospeso in una stanza con nuvole di bambagia e musica classica soffusa. Medito di abbandonare la mollezza e fiondarmi sulle piste da sci.
E ribadisco che il mio modo prediletto per buscarmi una infezione fungina rimane sempre il campeggio.

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